C’era una volta, una Tangentopoli fa, chi sosteneva che ce ne sarebbe stata un’altra, e chi lo disse oggi può giustamente gridare “Avevo ragione”. Perché solo questo è rimasto a questa povera Italia che si è divisa in caste: il poter dire “Avevo ragione”. Come se l’avere ragione fosse l’unica ragione per vivere. Per questo si dovevano erigere “torri dal nulla” [cit.], perché si era convinti di avere ragione.
Così come si era convinti di avere ragione decidendo di tirare su una città per ricchi sfavillante e spietata (oltre che inutile), con abitazioni a minimo 1500 euro al mese per un buco sfavillante (perché Milano sfavilla, e se sfavilla Milano sfavilla il buco), chiedendoti garanzie che nemmeno un usuraio con passato di stragista mafioso avrebbe la faccia tosta di chiedere a un essere umano. Siamo alla pornografia abitativa dentro l’ancor più pornografico delirio di onnipotenza di chi era parte di un metodo consolidato, disinvolto, discusso, discutibile e vergognoso – ma la vergogna che ci accomuna è sempre vieppiù un sentimento postumo in questo mondo che parla persino di Dio pur di fare soldi facili – metodo che conoscevano tutti, ma di cui nessuno parlava, fatto anche di “facilitazione/accelerazione delle pratiche edilizie”, così che “i grattacieli possano sbucare in fretta” insieme magari ai “tre studentati di Rogoredo, Greco e San Leonardo che avrebbero dovuto accogliere 1500 studenti fuori sede e sono bloccati per effetto dell’inchiesta)”, il virgolettato è da Repubblica. [...]
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