Negli Stati Uniti, l’affidabilità dei dati economici ha rappresentato per decenni lo standard di riferimento a livello globale. Governi, mercati e organismi internazionali hanno basato decisioni cruciali su cifre considerate precise, tempestive e trasparenti. Negli ultimi anni, però, un intreccio di fattori economici, tecnici e politici ha iniziato a erodere questa solidità, alimentando dubbi e dibattiti tra decisori politici, investitori e comunità accademica.
Uno dei segnali più visibili di questo cambiamento è l’aumento delle revisioni ai dati sull’occupazione. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha sempre corretto le stime preliminari, ma dopo la pandemia la dimensione media di tali rettifiche è cresciuta in modo significativo. Alcune, come la revisione negativa di 258.000 posti di lavoro nel 2024, hanno sorpreso gli osservatori e acceso polemiche. Queste revisioni non sono il frutto di manipolazioni, bensì il risultato di un calo nei tassi di risposta alle indagini, di una trasformazione strutturale dell’economia verso un’economia moderna più orientata ai servizi e di una crescente volatilità nella crescita demografica. [...]
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