Sono molteplici le ragioni che hanno portato le diplomazie di Russia e Stati Uniti a individuare nell’Alaska il luogo ideale per svolgere l’attesissimo incontro del 15 agosto tra il leader del Cremlino, Vladimir Putin, e il presidente Usa Donald Trump. Innanzitutto, l’amministrazione Trump, con una buona dose di realismo, prende atto che la richiesta russa è sempre stata quella di intavolare un negoziato con l’azionista di maggioranza della Nato, principale fornitore di armi e supporto di intelligence (sin dal 2014) dell’Ucraina insieme agli arcinemici britannici.
Davvero improbabile pensare che Putin possa accettare - come qualcuno ipotizza in queste ore - di invitare al vertice anche il leader ucraino Volodymyr Zelensky perché questa guerra per procura potrà essere “risolta” - o meglio, “congelata” - solo per volontà di Usa e Russia con buona pace degli europei che chiedono un coinvolgimento diretto di Kiev nei negoziati tra Mosca e Washington. Non sarà così. [...]
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