Non è casuale che, nell’ambito delle sanzioni comminate nei confronti della Russia per punirla della invasione dell’Ucraina, sia stato fissato un price-cap di 60 dollari al barile come livello massimo a cui può essere acquistato il suo petrolio: anzi, sanzioni secondarie sono minacciate per i Paesi che non rispettano questo livello.
In apparenza, questo tetto al prezzo del barile serve per limitare i proventi derivanti dalle vendite all’estero di petrolio da parte della Russia, ma in realtà rappresenta la soglia indispensabile per evitare che il prezzo internazionale scenda sotto quel livello, che rappresenta il minimo vitale per l’industria petrolifera statunitense basata sullo sfruttamento dei giacimenti di scisto, piccoli ed estremamente costosi. [...]
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