Se c’è una cosa che agli investitori di Leonardo non piace più di un’ipotesi di cessate il fuoco, è l’idea che le fonti di approvvigionamento militare possano spostarsi tutte verso gli Stati Uniti. Ed è proprio questo il timore che sembra essersi materializzato dopo il recente incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. La paura degli analisti è chiara: il rally del settore difesa potrebbe essere stato sostenuto più dal war premium, la percezione di conflitto, che da fondamentali industriali solidi e duraturi. E se quel premio dovesse venire meno? Allora titoli come Leonardo, che dai minimi del ciclo hanno messo a segno un rialzo superiore al 500%, rischiano un ridimensionamento brusco.
In un primo momento, l’idea che il vertice Trump–Zelensky potesse aprire a un incontro trilaterale con Putin aveva fatto circolare lo scenario di un possibile cessate il fuoco. Poi, il massiccio attacco russo con 270 droni ha cambiato nuovamente le carte in tavola. A quel punto, a spaventare i mercati è stata la notizia della possibile maxi-commessa ucraina verso gli USA. Kiev avrebbe infatti avanzato la proposta di acquistare armi americane per un valore complessivo di 100 miliardi di dollari. Una mossa che, se confermata, rischia di trasformarsi in un vero spartiacque per l’industria della difesa europea. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: