L’incertezza delle scelte cinesi, che non è congiunturale ma sistemica, che deriva dal riequilibrio delle relazioni commerciali e produttive degli Usa con il resto del mondo che il Presidente Donald Trump sta cercando di imporre con ogni mezzo, usando soprattutto la leva dei dazi, rende inutile la consueta lettura dei report relativi ai dati delle esportazioni, all’andamento dei prezzi e del prodotto interno.
C’è un punto cruciale, da cui partire: non si è avverata nessuna delle previsioni che venticinque anni fa avevano indotto l’allora Presidente Clinton a spingere per l’ammissione della Cina nel Wto a condizioni di straordinario favore: Pechino avrebbe dovuto dedicarsi alla manifattura di scarso valore aggiunto, basando la propria competitività sul basso costo del lavoro, alla Old Economy che Washington abbandonava per arricchirsi ancora nel Secolo che si apriva, sviluppando la New Economy basata sulle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni. Il vantaggio per i consumatori americani sarebbe derivato dal minor costo dei prodotti importati dalla Cina rispetto a quelli prodotti all’interno. [...]
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