Non c’è disaccordo, tra gli analisti che hanno esaminato senza paraocchi le ragioni della vittoria elettorale di Trump del novembre scorso, che l’asso nella manica del Repubblicano è stata la lucidità (banale, a ben vedere) di cavalcare la linea del “buon senso”.
C’erano problemi evidenti nel Paese, e Trump ne ha proposto la soluzione. Con il suo stile, chiaramente. L’immigrazione clandestina era la piaga più evidente, e lui l’ha guarita chiudendo i confini, deportando i criminali, favorendo il rimpatrio volontario. Oggi sono oltre un milione i clandestini che sono tornati a casa per scelta, circa tanti quanti sono stati espulsi. Poi c’era la fissazione di Biden e dei liberal che lo manovravano di imporre la correttezza politica nella società (DEI, ossia la "diversità" sui posti di lavoro a scapito della qualità; Teoria Critica della Razza, ossia l’indottrinamento nell’educazione; lo sport “transessuale”, ossia (ex) maschi contro le femmine). E infine le tasse e le regolamentazioni asfissianti, con Trump che voleva tagliarle, e i DEM aumentarle. Con il senno di poi, come poteva Kamala Harris vincere? [...]
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