Settembre ha sempre avuto la fama di essere il mese nero delle Borse. Una sorta di maledizione che puntualmente torna a farsi sentire quando gli operatori rientrano dalle vacanze e i listini iniziano a tremare. E quest’anno la tradizione sembra essersi ripresentata con brutalità: il Dax di Francoforte ha aperto settembre con un tonfo, trascinato dal nervosismo che arriva da Wall Street. Ma davvero il mese peggiore per i mercati è già iniziato? E soprattutto, cosa significa per chi ha soldi investiti in fondi, ETF o piani pensionistici che guardano al lungo termine?
Il contesto non è semplice. Da un lato gli Stati Uniti mostrano un’economia sorprendentemente resiliente, capace di resistere al rallentamento globale. Dall’altro, i mercati obbligazionari lanciano segnali di tensione: i rendimenti obbligazionari sono risaliti ai massimi da mesi, minacciando di drenare liquidità dall’azionario. A complicare il quadro c’è l’attesa per il report sull’occupazione USA, vero termometro che potrebbe decidere la traiettoria dei tassi di interesse dopo il primo taglio deciso dalla Fed. In mezzo a tutto questo, l’Europa deve giocare le sue battaglie e il Dax lo ha dimostrato subito con un crollo che ha acceso tutte le spie. Ma un ribasso di settembre è un campanello d’allarme o un’occasione di acquisto? [...]
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