Il primo semestre del mio master in economia è stato un’esperienza allarmante. L’econometria era sconcertante. La macroeconomia ancora più misteriosa. Tutto era intriso di matematica incomprensibile — o, per essere più onesti, di matematica che io non riuscivo a comprendere.
La cosa più preoccupante era la microeconomia: una materia che durante la laurea triennale mi era sembrata così naturale e piacevole, ma che ora si era ritirata in una fortezza austera di calcolo. Un po’ di sollievo arrivò con una lezione sul teorema della possibilità generale di Kenneth Arrow, che si fonda su un tipo diverso di matematica: la logica formale. [...]
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