I post sui social media presidenziali che promettevano di aumentare le tariffe sulla Cina del 100% hanno innescato una significativa svendita di mercato lo scorso fine settimana. Un tono più conciliante ha poi stimolato un rimbalzo lunedì, ma intanto oramai lo conosciamo tutti The Donald. La spara grossa per fare effetto sull’opinione pubblica e sulla controparte oggetto dell’attacco e subito dopo ammorbidisce i toni. Ma il mercato rialzista è intatto (e ora ha tre anni). Tuttavia è sconcertante il fatto il mercato salga anche se non sappiamo ancora esattamente quanto saranno alte le tariffe tra un anno, o anche tra un mese. Il rally continua anche se abbiamo poche idee precise su quanto impatto avranno tali tariffe sulla questione economica chiave dell’epoca attuale: l’inflazione. Cosa successe nel passato?
Guardando un po’ indietro, alle altre guerre sui dazi della storia, la reazione negativa dei consumatori all’impennata dei prezzi contribuì ad affossare le tariffe del presidente William McKinley nel 1899-1900. Donald Trump, che è sempre stato un ammiratore di McKinley, non ha affrontato, almeno fino ad ora, la stessa resistenza fra i cittadini americani, salvo qualcuno che gli ha fatto causa presso la corte federale, anche se i tassi tariffari effettivi sotto Trump salgono a livelli paragonabili a quelli dell’epoca Mc Kinley. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: