Negli ultimi anni, la politica commerciale degli Stati Uniti ha conosciuto un progressivo irrigidimento, segnato da un incremento dei dazi e delle barriere tariffarie verso numerosi partner economici. Queste misure, pensate per proteggere la produzione interna e riequilibrare la bilancia commerciale, stanno tuttavia generando una reazione imprevista: i consumatori di molti Paesi stanno scegliendo di ridurre volontariamente l’acquisto di prodotti statunitensi, trasformando una decisione politica in un fenomeno culturale e commerciale di vasta portata.
Secondo i dati di luglio 2025 raccolti da Morning Consult, il 40% dei consumatori globali dichiara di aver deliberatamente speso meno per beni e servizi di origine americana. A guidare questa tendenza è il Canada, dove oltre sette cittadini su dieci (71%) affermano di aver cambiato abitudini di acquisto in risposta ai dazi imposti da Washington. Seguono la Cina (60%) e il Messico (50%), due Paesi che da tempo intrattengono rapporti commerciali complessi con gli Stati Uniti e che oggi mostrano una crescente volontà di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento. [...]
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