C’è una domanda che sta circolando sempre più spesso tra analisti e investitori: cosa spinge Warren Buffett, il campione del value investing prudente, a rompere uno dei suoi schemi più riconoscibili proprio nell’anno che anticipa il passaggio di consegne a Greg Abel? Come si concilia questa virata strategica con la lettera di addio che ha aperto la strada al nuovo corso di Berkshire Hathaway? La risposta non è immediata perché non si tratta solo di un ribilanciamento tattico, ma di una deviazione che suggerisce un cambio prospettico molto profondo.
La mossa? Berkshire Hathaway ha comunicato di aver acquistato una partecipazione da 4,3 miliardi di dollari in Alphabet, inserendola immediatamente nella top ten delle sue posizioni. Parallelamente, Buffett ha ridotto in modo significativo la sua quota in Apple vendendo azioni per circa 11 miliardi di dollari. A prima vista, sembra un semplice take profit su un titolo sovrapesato e un reinvestimento in un altro gigante tech. Ma osservando la struttura del portafoglio, la dimensione della riduzione, il timing della comunicazione e il contesto della lettera di Buffett, emerge qualcosa di più complesso: una ricalibrazione dei driver di crescita di Berkshire in un mondo che sta cambiando più velocemente della tradizionale disciplina value. [...]
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