E’ inutile citare stati statistici, come il numero crescente dei coloro che, forniti di laurea, emigrano alla ricerca di remunerazioni più elevate di quelle che vengono offerte loro. Lo stesso dibattito sul salario minimo orario non coglie che un aspetto molto marginale del mercato del lavoro.
I dati della Banca d’Italia sono inequivoci: alla fine del 2023, la ricchezza netta delle famiglie italiane misurata come somma delle attività non finanziarie (abitazioni, terreni) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni), al netto delle passività (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine), è stata pari a 11.286 miliardi di euro (191 mila euro pro capite). Rispetto al 2022, la ricchezza netta a prezzi correnti è aumentata del 4,5% e ha raggiunto il valore più elevato dal 2005. Tuttavia, a causa della forte inflazione osservata nel 2022, la ricchezza netta a prezzi costanti è stata ancora inferiore a quella del 2021 di oltre sette punti percentuali. In rapporto al reddito lordo disponibile, la ricchezza netta è rimasta stabile rispetto al 2022 (8,2 volte), ma inferiore alla media del periodo considerato (8,6 volte). [...]
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