Immaginiamo un orizzonte temporale a 3 anni e un capitale tra le mani da gestire. Al netto della scelta finale, la macro domanda di fondo è: lasciarlo liquido alla mercé di tasse, spese bancarie e inflazione o provare a fare del proprio meglio?
A scanso di equivoci diciamo subito che non tocca a noi dare la risposta, e che in tre ani è difficile fare faville. La crescita reale del capitale presuppone orizzonti di lungo termine e dosi di “coraggio” (in gergo: rischio) per includere in portafoglio anche quote di prodotti più rischiosi (opportunamente ponderati). [...]
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