C’è un fronte aperto "collaterale", nella guerra tra Federazione russa e Ucraina, che viene raccontato poco dai media: quello del Mar Nero, fondamentale porta di accesso di Mosca ai "mare caldi" (il Mediterraneo). Nei giorni scorsi, il Kazakistan ha duramente criticato l’Ucraina dopo l’attacco con droni navali di Kiev al terminal marino della Caspian Pipeline Consortium (CPC) nel Mar Nero, che ha provocato la completa sospensione delle esportazioni di petrolio attraverso quella che è la principale arteria energetica del Paese centroasiatico.
Secondo quanto riportato dal Berliner Zeitung il 2 dicembre scorso, il ministero degli Esteri kazako ha definito l’attacco «un’azione che danneggia le relazioni bilaterali tra la Repubblica del Kazakistan e l’Ucraina» e ha sottolineato che si è trattato del terzo attacco contro «un’infrastruttura esclusivamente civile, il cui funzionamento è protetto dalle norme del diritto internazionale». [...]
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