Ci sono temi che non accendono i listini nell’immediato ma cambiano la pendenza delle traiettorie. L’ipotesi di una distensione in Ucraina è uno di questi: riduce l’incertezza, riorganizza i flussi energetici, rimette in moto filiere industriali e, per gradi, agisce su valutazioni e costo del capitale. Per capire come potrebbe riflettersi sull’Italia conviene separare i piani: il contesto, i titoli più sensibili e ciò che gli analisti hanno scritto nell’ultimo trimestre.
L’Europa parte da multipli ancora inferiori agli Stati Uniti: ordini di grandezza che tornano spesso nelle ricerche sono circa 13 volte gli utili correnti per il Ftse Mib e 16,4 volte per l’EuroStoxx 600, contro 23 del Dow Jones e 36,5 del Nasdaq. In parallelo, le attese sugli utili 2026 in Italia sono state riviste al rialzo da più case: l’idea comune è che la traiettoria di profitti sia migliorata e che lo spazio per una normalizzazione delle valutazioni non sia chiuso. Una distensione geopolitica aggiungerebbe due leve: minor volatilità del gas e maggiore prevedibilità per investimenti in reti e cantieri. Non è un interruttore on/off, ma un vento di coda. [...]
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