Nel mondo delle criptovalute c’è un grafico che interessa soprattutto desk istituzionali e gestori professionali: non è quello di Bitcoin spot, ma quello dei futures quotati al CME. È lì che passano i flussi più “regolamentati” e dove si misura, giorno per giorno, la temperatura del sentiment su Bitcoin da parte di banche, fondi e prop desk. Negli ultimi giorni questo termometro sta raccontando una storia di compressione: volatilità alta, ma prezzi che oscillano in un corridoio relativamente stretto, mentre analisti e strategist discutono se siamo davanti a un semplice “reset di metà ciclo” o all’inizio di una fase più complessa.
Le analisi uscite negli ultimissimi giorni convergono su alcuni punti chiave. Diversi desk tecnici descrivono un Bitcoin intrappolato in un range di breve fra area 88–90 mila dollari di supporto e 93–95 mila di resistenza: sotto la parte bassa del corridoio aumenterebbe il rischio di una correzione più profonda, sopra la parte alta si riaprirebbe il discorso 100 mila e oltre. Questo “corridoio” è visto come una classica zona di congestione dopo un forte drawdown dai massimi di ottobre, con movimenti violenti all’interno ma senza ancora una direzione chiara. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: