E se il prossimo fattore di rischio per Piazza Affari non fosse né macroeconomico né aziendale, ma puramente politico? In un mercato che arriva da due anni di performance spesso sorprendenti, l’idea di una misura fiscale capace di alterare gli equilibri di domanda e offerta diventa improvvisamente centrale. Il tema del possibile raddoppio della Tobin Tax riporta l’attenzione su un rischio spesso sottovalutato dagli investitori, quello normativo. Non è una questione di bilanci o di guidance, ma di contesto. E quando il contesto cambia, anche i titoli più solidi possono iniziare a soffrire.
La proposta di cui si discute, seppur ancora non formalizzata in modo definitivo, riguarda il raddoppio della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie. L’ambito sarebbe circoscritto alle società con sede legale in Italia e con capitalizzazione pari o superiore a 500 milioni di euro. Il soggetto passivo resterebbe chi acquista i titoli, indipendentemente dalla nazionalità. Questo dettaglio è cruciale perché introduce una frizione diretta sul flusso di capitali in entrata, soprattutto quelli istituzionali e internazionali, che operano su volumi elevati e con logiche di allocazione estremamente sensibili ai costi impliciti. [...]
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