La scorsa settimana la Fed ha optato per un taglio di 25 punti base, intervenendo come sempre sul costo del denaro a breve termine. È fondamentale chiarire questo passaggio, perché la Federal Reserve non controlla direttamente i rendimenti a lunga scadenza, ma influenza il tasso overnight e, per estensione, l’intera struttura dei finanziamenti a breve. In altre parole, rende il credito più accessibile nel presente, lasciando al mercato il compito di prezzare il futuro.
Ed è proprio qui che si è manifestato un effetto apparentemente controintuitivo. Dopo il taglio, le obbligazioni a lunga durata sono salite. Non perché l’inflazione sia improvvisamente scomparsa, ma esattamente per il motivo opposto. Le aspettative inflazionistiche restano elevate e il mercato, per mantenere un rendimento reale positivo, ha richiesto premi più alti sul tratto lungo della curva. Il risultato è una dinamica complessa in cui il breve viene allentato, mentre il lungo continua a riflettere incertezza macro e pressione sui prezzi. [...]
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