Serviranno soprattutto lavoratori nei settori del commercio, del turismo e della salute, ma anche della formazione e della cultura, della finanza e della consulenza. Il grosso delle assunzioni si concentrerà in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto, anche se le opportunità cresceranno a un ritmo più alto nelle regioni del Sud. Sarà il privato a trainare l’occupazione, ma il maggior movimento ci sarà nel pubblico (a causa del turnover dovuto ai pensionamenti).
Entro il 2029 l’Italia avrà bisogno di circa 3,5 milioni di nuovi lavoratori, ipotesi intermedia di fabbisogno occupazionale tra uno scenario positivo (3,7 milioni di lavoratori aggiuntivi) e uno negativo (3,3 milioni). Da un lato ci sarà il cosiddetto expansion demand, ossia la creazione di nuovi posti di lavoro, legata naturalmente alla crescita dell’economia; dall’altro il replacement demand, cioè la necessità di sostituire i lavoratori in uscita, soprattutto a causa del pensionamento. [...]
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