Lavorare, lavorare, lavorare. Senza un attimo di sosta, senza respiro, senza poter programmare la propria esistenza. Anteponendo i risultati dell’azienda per la quale si presta servizio a tutto il resto. La cultura tossica del lavoro è presente in ogni continente e ad ogni latitudine. In Asia è tuttavia più pervasiva che altrove.
L’ultimo episodio che ha acceso i riflettori su questo problema socio-economico ha chiamato in causa una "manager tigre" di Baidu, il principale motore di ricerca cinese (per capirsi: il corrispettivo cinese di Google). Qu Jing, vicepresidente dell’azienda, è stata licenziata, in Cina, per aver innescato una “crisi di pubbliche relazioni”. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: