I "Twitter Files" diffusi nei mesi scorsi dal patron della piattaforma social (ora "X"), Elon Musk, che si è avvalso della collaborazione di giornalisti indipendenti come Matt Taibbi, hanno avuto il merito di svelare al mondo le pressioni dei funzionari del governo statunitense sul social network per censurare i contenuti scomodi e mettere il bavaglio alle voci critiche. Ora una nuova inchiesta condotta dallo stesso Taibbi con altri giornalisti indipendenti come Michael Shellenberger e Alex Guntag, racconta il ruolo dell’intelligence americana e in particolare della CIA (Central Intelligence Agency) non solo nel controllare la piattaforma ma anche la moderazione dei contenuti, cercando di stabilire cosa è vero e cosa è falso come un inquietante Ministero della Verità orwelliano.
La CIA non può legalmente spiare cittadini americani sul territorio nazionale. Tuttavia, secondo quanto emerge dai nuovi "Twitter Files", nel 2021-2022, ex analisti della CIA e membri collegati all’intelligence Usa hanno tentato di prendere il controllo del sistema di gestione dei contenuti di Twitter. Tra le persone coinvolte ci sono un appaltatore del Dipartimento della Difesa, Nina Jankowicz, e Jim Baker, ex consigliere generale dell’FBI, noto per il suo controverso ruolo nel Russiagate e nella censura della storia su Hunter Biden. L’inchiesta dei tre giornalisti americani pubblicata su Substack descrive nel dettaglio gli "esperti" legati alla comunità dell’intelligence Usa, che miravano a esercitare controllo su diverse piattaforme online come Twitter, PayPal, Amazon Web Services e GoDaddy. Il loro obiettivo era rimuovere, "de-monetizzare" e escludere completamente dalla rete internet le persone che erano ritenute una minaccia dalla CIA e dalla comunità d’intelligence Usa. [...]
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