Attualità

L’Unione Europea è al capolinea: è tempo di fare tabula rasa

11 Giugno 2024 - 09:35

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L'Unione Europea è al capolinea: è tempo di fare tabula rasa

Pierluigi Fagan

Si deve prendere atto che a tempi nuovi debbono corrispondere assetti nuovi ed è ora di chiudere il dopoguerra che impose all’Europa di diventare un sub-sistema americano contrapposto all’URSS.

In tempi normali, di solito, ci riferiamo allo stato di cose criticandolo, mettendoci ad una certa distanza, segnando una distinzione più o meno antagonista. Ma oggi non sono tempi normali. Siamo in una Grande Transizione epocale nella quale un fenomeno che ci riguarda tutti in termini sistemici, è l’incipiente smarrimento dell’Occidente, la sua collocazione nei processi storici in corso, la sua stessa consistenza, il suo senso. Rispetto questo specifico sistema, si pone l’opportunità di non rimanere dentro la sua configurazione data, pur criticandolo anche violentemente, si pone più l’opportunità -o meglio- la necessità di pensare ad un nuovo sistema. La nostra vasta e profonda subalternità ideologico-politica deve avere uno scarto e cominciare non più a lamentarsi di questo e di quello, di questa o quella inadeguata élite o ideologia dominante, deve saltare a prefigurare un sistema nuovo. Siamo in una di quelle fasi in cui Gramsci pensava si dovesse tentare la costruzione di una nuova egemonia sebbene le forze concrete sul campo fossero quanto più inadeguate. Quanto più sono inadeguate le forze concrete tanto più adeguato e tornito il discorso da portare avanti di modo che condivisione e diffusione di questo, possa creare i presupposti di una futura egemonia di fatto. Chiameremo questa costruzione “altra-egemonia”.

Cosa fa una “altra-egemonia”? Assume la posizione dell’egemone, ma col proprio punto di vista, con la propria visione del mondo. C’è, ad esempio, una non sottile differenza tra l’invitare ad uscire dalla NATO e dall’UE e chiederne lo scioglimento ed è nel riferimento. Nel primo caso il riferimento rimane l’egemone, rispetto ad esso che è e rimarrà tale, si marca una distinzione, ma è una distinzione minoritaria per forza di cose, che non intacca la radice dell’egemone, per certi versi la rinforza prevedendone la continuazione di potere. Nel secondo caso, invece, il riferimento è direttamente il potere, ci si pone in forma competitiva con l’egemone per il potere, si avanza una idea di diverso potere o la posizione dell’egemone o la posizione altro-egemonica cha a questo punto perde la sua origine “contro” e diventa “per”. Per un nuovo assetto di potere. [...]

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Nadia-Berio-151255

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5 mesi fa

Sono d’ accordo sul fatto che l’ Italia debba ritornare un paese sovrano, liberandosi di UE, OMS, NATO ed altre organizzazioni predatorie similari.
Questo però non deve significare spesa pubblica senza limiti, monetizzazione del debito e politiche monetarie poco credibili, che porterebbero solo inflazione, clientelismo, e, nel lungo periodo l’ esigenza di ritornare sotto l’ ombrello di organizzazioni internazionali. La distribuzione di posti pubblici e di baby pensioni negli anni 80’ pagati monetizzando il debito, ha generato spirali inflazionistico-svalutative che ci hanno costretti ad entrare nell’ Europa. Negli anni 80’ non si stava bene perché i politici erano migliore, si stava bene perché si ci indebitava, non singolarmente, ma collettivamente.
I tedeschi avevano una valuta credibile, volendo potevano pure restare da soli, ma hanno preferito condividere la loro valuta con noi, facendoci pagare la cortesia cara e salata. Ma la colpa è stata più nostra che loro.

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