Qualche anno fa era una sperimentazione riservata a pochi. Poi nel 2020 è diventato all’improvviso la regola per quasi un lavoratore su cinque, mentre oggi il lavoro a distanza, o smart working, se si preferisce usare lo pseudo anglicismo con cui è conosciuto in Italia, è cresciuto pur risultando ancora poco praticato. Soprattutto quando si fa un confronto con gli altri principali paesi europei.
Nel 2023 il 12% degli occupati italiani ha lavorato almeno parzialmente da casa, riuscendo a conciliare più agilmente i tempi della giornata, ottenendo più flessibilità e risparmiando tempo e denaro grazie agli spostamenti casa-lavoro evitati. Il dato emerge dal Rapporto Bes 2023 dell’Istat, secondo cui si tratta di «un valore molto più alto di quelli pre-pandemici» e che suggerisce come lo smart working possa «aver assunto carattere strutturale». Senz’altro qualcosa si è mosso, considerando il contesto italiano di partenza. [...]
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